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La Cucina del Buon Gusto

Biblioteca  Reale  – fino   a  sabato  8  settembre  2018  La  Cucina  di  Buon  Gusto

Rappresenta un  viaggio  tematico  intorno  al  cibo per  mostrare  l’arte  della  buona  tavola a  corte attraverso l’esposizione  di  rari  e  preziosi  ricettari  dal  Seicento  all’Ottocento,  porcellane  e  argenti  reali,  disegni,  manoscritti  dei  più  celebri  trattati  culinari  del  Settecento.

I  Musei  Reali  conservano  una  prestigiosa  collezione  di  porcellane  raccolte  nel  tempo  dai  Savoia per  impreziosire  le  sale da  pranzo della  residenza.  Nel  salone  monumentale  della Biblioteca  Reale,  nella  sezione  Tavole  Reali, si  può ammirare  una  selezione  dei  più  eleganti servizi  da  tavola,  realizzati da celebri  manifatture  europee  quali Meissen,  Vienna,  Berlino, Baccarat, Richard-Ginori, oltre  ad  alcuni  pezzi  scelti  del  servizio da  dessert  detto delle  “Donne  più  celebri  d’Europa  di  tutti  i  tempi”,  dipinto dall’Atelier  di  Boyer  e  appartenuto a  Maria  Adelaide  Asburgo Lorena,  moglie  di  Vittorio Emanuele  II.  Socio e  successore  del  più  noto pittore  decoratore  Feuillet,  Boyer  ritrae  donne  della  Bibbia,  regine  (sulla  tazzina  è  raffigurata  Isabella  regina  di  Francia, sul  piatto Caterina  imperatrice  di  Russia), attrici, eroine, scrittrici  e muse  ispiratrici  di  opere  letterarie  (sulla  zuccheriera  Beatrice,  la  donna  amata  da Dante  Alighieri).

A  integrazione  di  questa  sezione  della  mostra sono  esposti anche  alcuni  esemplari  degli  eleganti  argenti  realizzati  nel  XIX  secolo nelle  botteghe  piemontesi  dai membri  della  Corporazione  degli  argentieri,  paragonabili  per  stile  agli  esemplari  conservati  al  Victoria  and  Albert  Museum  di  Londra.  L’esposizione  prosegue  nei  caveaux:  nella  prima sezione Saperi  e  Sapori il  cibo viene  esaltato  nelle  sue  varie  accezioni  e  sfaccettature attraverso  trattati,  mai  esposti  prima,  sull’agricoltura  e  la  pastorizia,  la  caccia  e  la  pesca  e  sulle  eccellenze  piemontesi,  come i  vini

Nella  sezione Invito  a  Tavola, allestita  nelle  diciannove  vetrine  della  Sala Leonardo,  vengono idealmente  ricostruiti  due  diversi  menù:  il  primo  è  ispirato  ai  due  banchetti  serviti  a  corte  nell’autunno  del  1865,mentre  il  secondo  illustra  diverse  ricette  della  tradizione  piemontese.

Benché  i  ricettari  venissero  di  norma  conservati nelle  scansie  delle  cucine,  la  Biblioteca  Reale  ne  costudisce  ben  53 di  epoca  principalmente  ottocentesca,  ma  anche una  quindicina  di  edizioni  del  Settecento,  due  del  Seicento  e  tre del  Cinquecento,  collezionate  dal  marchese  senatore  Lodovico  Pallavicino  Mossi  ed  entrate nelle  raccolte  della  Biblioteca  nel  1966,  con  l’acquisizione  dell’omonimo  Fondo  donato  dalle  sorelle  dell’ultimo  marchese.  Tra  i  ricettari in  mostra,  si  trovano  alcuni  dei  più  celebri  trattati  di  cucina:  la  Physiologie  du  goûtdi  Jean-Anthelme  Brillat-Savarin  considerato  il  primo  vero  trattato  di  gastronomia;L’art  du  cuisinierdi  Antoine  Beauvilliers;Dell’arte  del  cucinaredi  Bartolomeo  Scappi,dove  si  trova  la  prima  testimonianza  “per  fare  torta  con  diverse  materie,  dà  napoletani  detta  pizza”;  il  più  noto  trattato  di  cucina  piemontese  Il  cuoco  piemontese  ridotto  all’ultimo  gusto  con  nuove  aggiunte,  un’opera  anonima  pubblicata  nel  1766  cheannovera  ben  ventidue  ristampe;  il  Grand  dictionnaire  de  cuisinedi  Alexandre  Dumas,  un  vero  e  proprio  monumento  letterario  alla  tradizione  gastronomica  francese.

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