Categoria: Artisti

  • Giovedì 12 settembre 2024, dalle 18:00 alle 20:00, la galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino ospiterà un’affascinante performance dell’artista iraniana Bahar H, dal titolo Stone XL. Questo evento, che fa parte della mostra “10 Anni”, sarà visitabile fino al 14 settembre.

    La performance Stone XL è un’esperienza immersiva che invita il pubblico a esplorare il “peso del ricordo”. Distesa a terra, Bahar H diventa un punto di riferimento per il pubblico che può interagire con l’opera posizionando o rimuovendo dei sassi dal suo corpo immobile. Questi sassi, realizzati in cartapesta e decorati con pagine di giornali iraniani, sono una potente metafora del peso emotivo e dei ricordi che ognuno di noi porta con sé.

    Il pubblico ha un ruolo attivo nella performance: può fungere da facilitatore o amplificatore delle emozioni in gioco, creando un’interazione dinamica e in continua evoluzione. La scelta dei materiali, con sassi realizzati utilizzando carta di quotidiani iraniani, sottolinea il legame profondo dell’artista con la sua terra d’origine e le sue esperienze personali.

    Bahar Heidarzade nasce a Teheran nel 1981, due anni dopo la nascita della Repubblica Islamica dell’Iran. Cresciuta in un contesto di severe restrizioni culturali e personali, l’artista affronta le limitazioni imposte al suo modo di vestirsi, al suo accesso all’arte e alla cultura. Nonostante le difficoltà e i ripetuti arresti per il suo modo di indossare l’hijab, Bahar trova nella pittura e nel disegno un mezzo di espressione fondamentale.

    Nel 2007, Bahar lascia l’Iran per trasferirsi prima in Armenia e poi in India. Nel 2013, si stabilisce a Torino, attratta dalle montagne che le ricordano la sua casa natale. Qui, si iscrive all’Accademia Albertina e arricchisce il suo repertorio artistico con pittura, installazioni, fotografia e performance. Non è più tornata in Iran.

    La carriera di Bahar Heidarzade include esposizioni in importanti sedi come Palazzo Barolo e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, MAIIIM a Genova, Casa del Conte Verde a Rivoli, Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, Castello Reale di Govone a Cuneo e Castello Scaligero di Malcesine a Verona.

    La performance Stone XL rappresenta non solo un’opportunità unica per interagire con l’opera di Bahar H, ma anche un momento di riflessione profonda sul significato del ricordo e sulla nostra relazione con il passato.

  • La mostra di Elizabeth Aro, talentuosa artista argentina, giunge alla sua conclusione il 12 aprile presso lo spazio espositivo di Pietro Gagliardi in Via Cervino a Torino. ATELIER ARO, come è intitolata, offre al pubblico un’ampia selezione di opere inedite.

    ATELIER ARO mira a trasportare l’esperienza spontanea e coinvolgente dello studio dell’artista in un contesto diverso, offrendo al visitatore la possibilità di immergersi nell’opera di Aro con la stessa freschezza e curiosità con cui essa viene scoperta nel suo ambiente creativo.

    L’immagine delle foglie, ritagliate e cucite a mano su un pregiato velluto fornito dalla rinomata Redaelli 1893, rimane incisa nella mente come un intricato labirinto di bellezza e maestria artigianale.

    Elizabeth Aro riflette sul significato universale del labirinto come metafora dell’itinerario interiore verso la saggezza e la crescita personale. Ogni opera, intrisa di simbolismo e profondità, sfida lo spettatore a confrontarsi con sé stesso e con il mondo che lo circonda.

    Visitando l’atelier di Elizabeth, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una vasta tavolozza artistica, dove fili, rocchetti e velluti pregiati fungono da mezzi di espressione privilegiati. Tuttavia, l’arte di Aro va ben oltre i materiali e le tecniche tradizionali, abbracciando un’ampia gamma di discipline creative che includono fotografia, video, disegno e molto altro ancora. Ogni forma d’arte contribuisce a plasmare un’esperienza estetica e concettuale unica, invitando gli spettatori a una riflessione profonda sul mondo che li circonda.

    Il lavoro di Elizabeth Aro è caratterizzato da un’imponente manualità. Le sue opere, manipolate con cura e passione, sembrano prendere vita sotto le sue mani esperte, invitando il pubblico a unirsi al viaggio creativo e a scoprire il proprio potenziale artistico.

    Fino al 12 aprile, c’è ancora l’opportunità di immergersi nell’universo artistico di Elizabeth Aro rappresenta un’esperienza unica e coinvolgente, che va oltre i confini dell’arte convenzionale e invita gli spettatori a esplorare nuove prospettive e sensazioni.

    Elizabeth Aro, artista interdisciplinare di origini argentine, ha fatto della sperimentazione e dell’innovazione i pilastri della sua pratica artistica. Attraverso l’utilizzo di materiali insoliti e l’esplorazione di tematiche profonde, Aro sfida costantemente gli stereotipi di genere e promuove una maggiore consapevolezza dell’impatto dell’uomo sull’ambiente circostante.

    Redaelli 1893, celebre casa produttrice di velluti pregiati, ha contribuito con il suo tessuto di alta qualità alla realizzazione delle opere di Elizabeth Aro. Fondata nel 1893 sulle sponde del lago di Como, Redaelli 1893 continua a incarnare l’eccellenza artigianale italiana, fornendo materiali di prima qualità a designer e artisti di fama internazionale.

    • GAGLIARDI E DOMKE – Via Cervino 16 – Torino | Ma – Ve ore 15,30 – 19,30 | tel. +39 011 19700031
    • www.gagliardiedomke.com
    • facebook e instagram gagliardiedomke

  • Alcol, assenzio, prostitute: con gli eccessi, Henri de Toulouse-Lautrec nutriva la sua arte e accorciava drasticamente la sua vita, finita a soli 36 anni. Tuttavia, abbastanza per ritrarre in decine di quadri e locandine la sua amatissima Montmartre.

    Ma che ci faceva un nobile tra gli artisti squattrinati di Montmartre? A differenza della maggioranza dei suoi colleghi pittori, Henri de Toulouse-Lautrec proveniva da origini aristocratiche: i suoi genitori erano cugini di primo grado, figli a loro volta di due cugini di primo grado. Se finanziariamente questa unione consanguinea permetteva di mantenere il patrimonio in famiglia, geneticamente rappresentava un azzardo. Quando il piccolo Henri nacque nel castello di famiglia vicino ad Albi, sembrava in salute, ma presto iniziò ad ammalarsi frequentemente, soprattutto le sue gambe non crescevano proporzionalmente al resto del corpo.

    Per cercare di allungarle, i genitori tentarono ogni sorta di rimedio sperimentale, incluso l’elettroshock, e persino fecero indossare a Henri pesi alle gambe per stirargliele. Fu evidente fin da subito che Henri, chiamato Henry in inglese dalla madre appassionata di cultura britannica, non sarebbe stato un atleta come gli altri membri della famiglia, ma avrebbe invece sviluppato una passione per la pittura.

    Fu proprio per coltivare questo talento che Henri si trasferì a Parigi e si stabilì ai piedi della collina degli artisti, Montmartre, all’epoca nota per i suoi teatri,

    (Albi) Rousse (La Toilette) – 1899 – Henri de Toulouse-Lautrec – Musée d’Orsay, Paris

    bordelli e cabaret frequentati da bohémien, soubrette e prostitute. Il suo studio era frequentato da modelle, artisti squattrinati e amici di bevute, e le feste che organizzava erano celebri, specialmente quelle del venerdì sera, durante le quali il padrone di casa metteva a disposizione un bar ben fornito e inventava cocktail che costringevano gli ospiti a tracannarli in un colpo solo.

    Lautrec, affetto dalla picnodisostosi, una malattia che colpisce la crescita delle ossa, indossava speciali ginocchiere con scarpe attaccate per camminare sulle ginocchia, mimetizzando la sua statura ridotta. Spesso vestito in tenuta da guardacaccia nera e sciarpa rossa, si aggirava alla ricerca di ingaggi nei locali della collina dei vizi.

    Quando il celebre cantante Bruant aprì il suo locale, il Mirliton, Toulouse-Lautrec si occupò di dipingere tutte le locandine. Ma fu al Moulin Rouge che il suo talento brillò maggiormente, soprattutto nei poster che pubblicizzavano la celebre ballerina Louise Weber, soprannominata La Goulue per la sua abitudine di “rubare” i bicchieri ai clienti e berli mentre danzava. La Goulue aveva i capelli rossi, una caratteristica che affascinava particolarmente Toulouse-Lautrec, tanto che si dice cacciasse dal suo studio le ballerine che non avevano capelli naturalmente rossi.

    Toulouse-Lautrec visse una vita di eccessi, circondandosi di donne, bevendo senza alcun controllo e frequentando i locali più vivaci di Montmartre. Conobbe gli intellettuali dell’epoca, si circondò di artisti e divenne parte integrante della vibrante comunità bohemien della Parigi del XIX secolo.

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