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  • Fonte AGI 07:43 –

    Esposti oltre 200 pezzi tra manoscritti, sculture, gioielli e manufatti provenienti dal palazzo imperiale a Roma e dalle strade di Pompei per capire come il racconto della vicenda dell’imperatore sia stato falsificato nel tempo e rivelare “l’uomo dietro al mito”

     

    Per la sua riapertura dopo il lockdown, il British Museum punta sull’imperatore romano Nerone, con una mostra blockbuster che ambisce a fare luce sull’uomo oltre il mito e la controversia.

    Per distinguere i fatti realmente accaduti dalla leggenda, i curatori hanno messo insieme reperti del British Museum accanto a prestiti provenienti da varie parti d’Europa, di cui molti saranno esposti per la prima volta in Gran Bretagna, oltre ad aver tenuto conto degli esiti delle ultime ricerche su ritrovamenti archeologici e fonti storiografiche.

    La mostra, visitabile fino al 24 ottobre, ripercorre l’ascesa al potere di Nerone e il suo intero percorso politico, andato di pari passo con un profondo cambiamento interno dell’Impero romano.

    Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, nato ad Anzio nel 37 come Lucio Domizio Enobarbo, è stato l’ultimo discendente maschio del primo imperatore Augusto di Roma, appartenente alla dinastia giulio-claudia. E’ salito al potere a soli 16 anni, nel 54, ed è morto suicida nel 68, a 30 anni. Il suo regno turbolento – inizialmente con la madre Agrippina e l’aiuto del filosofo Seneca – è stato segnato da eventi drammatici quali l’uccisione da lui ordinata della madre, della prima moglie e forse anche della seconda, oltre al clamoroso incendio di Roma nel 64, la grande ribellione di Buddica in Britannia, progetti faraonici ed eccessi all’insegna della stravaganza.

    “Chi è davvero Nerone?”: è la domanda alla quale la mostra londinese intende rispondere, andando oltre strumentalizzazioni, speculazioni e leggende. Sono sostanzialmente due le strade percorribili: la prima ritiene che l’imperatore sia stato uno spietato megalomane matricida mentre per la seconda sarebbe stato un giovane governante senza alcuna esperienza, che ha cercato di fare del suo meglio in un società romana divisa e in fase di trasformazione.

    Sulla base dei reperti storici e delle ultime ricerche storiche ed archeologiche, l’esposizione getta nuova luce sulla narrativa tradizionale del tiranno spietato ed eccentrico per rivelare il suo lato nascosto, quello di un leader populista in un’epoca di grande cambiamento. Una delle vicende più note è l’incendio di Roma, del quale gli studiosi moderni tendono a discolparlo dopo che per secoli si è detto che lo avesse appiccato per far ricostruire la città ed edificare la propria maestosa residenza, la Domus Aurea.

    “Nerone conquistò un ampio consenso popolare grazie alle sue politiche, ai giochi, agli spettacoli e ai grandi progetti di costruzione, in netto contrasto con coloro che tramandarono la sua storia, dando origine all’immagine che abbiamo tutt’oggi di un tiranno pazzo” si legge nella presentazione della mostra sul sito del British Museum.

    “Il Nerone del nostro immaginario è una figura completamente artificiale, costruita già 2000 anni fa. È affascinante svelare come e perché ciò è stato fatto”, ha spiegato Thorsten Opper, curatore del dipartimento Antica Roma del museo londinese. “La mostra rivela una società prospera e dinamica, ma piena di tensioni interne – ha sottolineato Opper – scoppiata in una violenta guerra civile dopo la morte di Nerone. Gli oggetti raccontano queste storie, in modo netto e immediato”.

    L’immagine dell’imperatore tiranno è stata costruita dalla nuova élite al potere a Roma, circa 50 anni dopo la sua morte, dagli storici Tacito e Svetonio e successivamente riscritta da Lucio Cassio Dione, per essere tramandata fino ad oggi.

     

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