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MOSTRA | Castello di Miradolo I CHRISTO E JEANNE-CLAUDE: Le storie di questa mostra

Christo e Jeanne-Claude. Projects
Castello di Miradolo
15 ottobre 2022 – 16 aprile 2023

 

 

A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.
Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.
Le opere di Christo e Jeanne-Claude, tanto inedite, quanto ardite e monumentali, fecero sempre molta fatica ad essere approvate ed accettate. Nel 1966 il permesso per il progetto Wrapped Trees, concepito per il parco adiacente al Saint Louis Art Museum, in Missouri, fu negato. Nel 1969 gli artisti immaginarono il progetto Wrapped Trees, Project for Avenue des Champs- Élysées and the
Rond Point des Champs-Élysée a Parigi, anch’esso mai realizzato. Il progetto Wrapped Trees per Riehen (Comune alle porte di Basilea) è stato infine completato nel 1998 ed è il risultato di 32 anni di sforzi e attese. Nel parco intorno alla Fondation Beyeler, 178 alberi, alti da 2 a 25 metri, sono stati avvolti con 23 chilometri di corda e con 55mila metri quadrati di tessuto in poliestere intrecciato.
Al 1968 risalgono i primi due edifici impacchettati: entrambi musei. Si tratta della Kunsthalle di Berna e del Museum of Contemporary Art di Chicago. Nello stesso anno, in occasione della quarta edizione di Documenta, la quinquennale esposizione internazionale che si svolge a Kassel, in Germania, Christo e Jeanne-Claude realizzano davanti al palazzo del Friedericianum, sede della mostra, 5.600 Cubicmeter Package, una gigantesca scultura gonfiabile alta circa 85 metri. Nel 1974 a Roma il critico Achille Bonito Oliva organizza la grande rassegna “Contemporanea” a cui partecipano tutti i maggiori artisti internazionali. Christo e Jeanne-Claude realizzano una delle loro opere urbane più straordinarie: The Wall-Wrapped Roman Wall, che vede una sezione di ben 250 metri delle Mura Aureliane interamente coperta da tessuto di polipropilene legato da corde in Dacron. Nel 1985, undici anni dopo, The Pont Neuf Wrapped segna un nuovo intervento urbano che ha come protagonista il più antico ponte di Parigi, la cui architettura – in costante evoluzione – ha rispecchiato per secoli il carattere trasformista della città. L’intervento di Christo e Jeanne-Claude conferisce al Pont Neuf una nuova dimensione scultorea, continuandone dunque la tradizione della
metamorfosi architettonica, trasformandolo per 14 giorni in un’opera d’arte.
Wrapped Coast, One Million Square Feet (1969) nella Little Bay di Sydney in Australia, Valley Curtain (1972) a Rifle in Colorado, Ocean Front (1974) a Newport, Rhode Island a sud di Boston, Running Fence (1976) nelle Contee di Sonoma e Marin in California, sono tutte opere di dimensioni colossali, dove enormi teli in polipropilene o nylon hanno celato, per alcune settimane, vasti spazi, ora di costa, ora di acqua, ora di cielo. Valley Curtain, il grande telo arancione disteso come una immensa diga tra gli estremi di due colline, richiese 28 mesi di preparazione e durò solo 28 ore poiché forti raffiche di vento, fino a 100 km all’ora, resero necessaria una tempestiva disinstallazione. Running Fence, lunga quasi 40 chilometri e alta 5,5 metri, si estendeva da est a ovest, a nord di San Francisco, sulle proprietà di 59 allevatori di bestiame. Per 14 giorni l’alta “recinzione” di nylon bianco, come una inedita muraglia cinese, ma più elegante e leggera, seguiva l’andamento sinuoso delle colline per poi scomparire, immergendosi nell’oceano Pacifico, a Bodega Bay. L’idea arcaica della grande muraglia, come recinzione e difesa, delimitazione politica e confine, nella concezione dei due artisti si trasforma in un sinuoso nastro di luce che anziché separare, unisce, riaffermando ed esaltando così le caratteristiche coloristiche e luminose del contesto naturale catturato in una precisa frazione di tempo. Wrapped Fountain and Wrapped Medieval Tower (1968) sono le prime opere pubbliche realizzate da Christo e Jeanne-Claude in Italia. In occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto impacchettano una torre medievale e la Fontana del Mascherone del XVII secolo.
Per i dieci anni dalla fondazione del movimento del Nouveau Réalisme, Christo e Jeanne-Claude impacchettarono con un tessuto in propilene bianco e con corde arancio due dei principali monumenti scultorei di Milano: quello di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo e quello di Leonardo da Vinci in piazza della Scala. Wrapped Monument to Leonardo e Wrapped Monument to Vittorio Emanuele II (1970) ebbero entrambi vita breve: rispettivamente due e sette giorni. Wrapped Reichstag (1995), l’impacchettamento dello storico palazzo del parlamento tedesco a Berlino, ha visto Christo e Jeanne-Claude impegnati in un travagliato processo di approvazione del loro progetto durato oltre due decenni. Per la forte pregnanza simbolica dell’edificio questo è forse l’intervento urbano più significativo degli artisti ed è tra quelli che ha avuto la maggiore risonanza e il più forte impatto a livello mondiale. La facciata, le torri e il tetto sono stati ricoperti con 100mila metri quadrati di tessuto in polipropilene color alluminio legati con ben 16,6 chilometri di corde blu.
Il lavoro è stato compiuto da 70 alpinisti professionisti e da 120 operai installatori. A differenza degli esponenti della Land Art americana, che hanno privilegiato lontani territori desertici incontaminati e difficilmente raggiungibili, Christo e Jeanne-Claude hanno sempre voluto realizzare le loro opere in luoghi facilmente accessibili, anche nel caso degli interventi in spazi naturali. La componente fondamentale dei loro progetti era la presenza umana in forma di rapporto che una comunità di individui sviluppa con il contesto in cui vive e al contempo di interazione e coinvolgimento diretto nella creazione dei progetti stessi. Con Surrounded Islands (1983) nella Biscayne Bay di Miami, 11 delle isole situate nella baia furono circondate da oltre 600mila metri quadrati di tessuto fluttuante in polipropilene rosa che ricopriva la superficie dell’acqua e si estendeva per 61 metri da ciascuna isola nella baia. All’alba del 9 ottobre 1991, alla presenza di  Christo e Jeanne-Claude, furono aperti i 3.100 ombrelli alti 6 metri e con un diametro di circa 8,5 metri, a Ibaraki e in California. The Umbrellas (1991) intendeva indagare le somiglianze e le differenze nei modi di vivere e nell’uso dello spazio in due valli interne, una lunga 19 chilometri in Giappone e l’altra 29 chilometri negli Stati Uniti. In Giappone, la valle si trova nella prefettura di Ibaraki e comprende le proprietà di 459 proprietari terrieri privati e di agenzie governative. Negli Stati Uniti, la valle si trova a poco meno di 100 chilometri a nord di Los Angeles, nelle proprietà del Tejon Ranch, appartenenti a 25 proprietari terrieri privati e agenzie governative.
Con The Floating Piers (2016) per 16 giorni, dal 18 giugno al 3 luglio, il Lago d’Iseo è stato reinventato. Centomila metri quadrati di tessuto giallo dalia scintillante, fissati a un sistema modulare di pontili galleggianti composto da 220mila cubi di polietilene ad alta densità, ondeggiavano con il movimento dell’acqua, appena sopra la superficie del lago. The Gates (2005) è un cammino lungo 37 chilometri a Central Park, a New York: 7.503 “cancelli” alti quasi 5 metri e distanti tra loro circa tre metri e mezzo.
Tutte le opere ambientali di Christo e Jeanne-Claude sono sempre state interamente finanziate dagli artisti stessi, attraverso la vendita dei disegni, dei collage e dei modelli in scala dei progetti in essere o passati. Tutti i progetti sono sempre stati liberamente accessibili al pubblico in maniera gratuita.
Nel suo originale progetto, concepito nel 1977, la Mastaba sarà un’opera d’arte enorme. Costituita da 410mila barili colorati, sarà la più grande scultura contemporanea mai realizzata, l’unico progetto permanente di Christo e Jeanne-Claude. Una sua versione in scala ridotta, The London Mastaba (2018), è stata eretta a Londra, in Hyde Park, dove ha galleggiato sulle acque del Serpentine Lake per tre mesi. Realizzata con 7.506 barili, nei toni del rosso, blu e mauve, fissati ad una struttura metallica interna, The London Mastaba era sorretta da piattaforma galleggiante in polietilene ad alta densità. L’Arc de Triomphe, Wrapped (2021), ha visto la sua realizzazione 60 anni dopo i primi progetti e, per volontà dello stesso Christo, è stato completato dalla sua équipe dopo la sua morte.
A questo nucleo centrale, si affiancano due ampie sezioni, che intendono creare un ideale confronto tra le opere di artisti differenti e i lavori e il pensiero di Christo e Jeanne-Claude.

NOUVEAU RÉALISME
La prima sezione è dedicata al Nouveau Réalisme, importante movimento parigino del decennio 1960/70, con opere di Man Ray, César, Klein, Spoerri, Mimmo Rotella, Pierre Fernandez Arman e Raysse, che rappresenta l’incontro di Christo con il mondo e il contesto parigino ed europeo dopo gli studi a Sofia, Praga e Vienna. Il Nouveau Réalisme è formato da un variegato insieme di artisti di vari paesi, tutti con personalità forti e originali, che contribuiscono in maniera decisiva ad affermare pratiche di sperimentazione creativa libere e spericolate, con uno stretto rapporto fra arte e vita. I suoi protagonisti utilizzano materiali extra-artistici prelevati dal contesto della realtà quotidiana e hanno un’attitudine ironica e critica nei confronti della società dei consumi. La loro arte è in presa diretta con le componenti ordinarie della scena urbana, pubblica e privata: dagli oggetti domestici usurati alle carcasse d’automobili e ai vecchi pezzi meccanici, dalle immagini dei rotocalchi ai manifesti pubblicitari affissi nelle strade, fino ad arrivare ai rifiuti veri e propri, abbandonati nei cestini o nelle discariche. Le pratiche operative tipiche del Nouveau Réalisme – in particolare gli assemblages e i collages – sono definibili “neo-dadaiste” in quanto riprendono l’ironia provocatoria e la casualità delle opere Dada. Christo e Jeanne-Claude sono amici di Restany e degli artisti del gruppo e hanno partecipato a varie esposizioni insieme, ma Christo non fu mai formalmente membro del Nouveau Réalisme.
Tra le opere esposte, Enigma II (1935) di Man Ray, un pacco legato e fotografato che propone un oggetto nascosto. Accumulation (1962) che si intitola ironicamente Due precauzioni sono meglio di una e Senza titolo (1972), un telefono frantumato dentro un blocco di vetroresina trasparente, del ciclo delle Colères di Pierre Fernandez Arman.

LAND ART
La seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude, che hanno sempre rifiutato le etichette e le definizioni attribuite al loro lavoro, descrivendolo piuttosto come environmental art, con il vasto movimento internazionale della Land Art. Nata negli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70, la Land Art ha avuto grande risonanza in ambito europeo e internazionale, dando vita a diverse “esperienze d’arte” che vedono come fulcro della loro riflessione e azione il rapporto dell’uomo con la natura e con il paesaggio. Significative le storiche opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Giuseppe Penone, Germano Olivotto, Ólafur Elíasson, le fotografie originali di Gianfranco Gorgoni dei “lavori manifesto” della Land Art di Michael Heizer, Robert Smithson, Walter De Maria, Dennis Oppenheim e James Turrell.
Tra le opere esposte, le fotografie di Gorgoni, appunto, il più importante fotografo della Land Art che viaggiando in alcuni stati della parte ovest degli Stati Uniti ha fotografato le principali opere dei suoi protagonisti, a partire dalla Spiral Jetty (1970) di Robert Smithson, l’opera più rappresentativa e famosa della Land Art: una spirale lunga 460 metri e larga poco più di 4,5 metri, un molo di pietre basaltiche, cristalli di sale e in minima parte fango che, partendo da una costa del Grande Lago Salato nello Utah, negli Stati Uniti, si avvolge all’interno del lago. Il film Land Art di Gerry Schum, lo storico documentario realizzato tra il 1968 e il 1969 che testimonia sette performances (azioni) delle nuove realtà artistiche, inedite ricerche, in varie parti dello spazio e del tempo.
L’esposizione è accompagnata da un’inedita installazione sonora a cura del progetto Avant-dernière pensée che si sviluppa lungo il percorso espositivo.
Nelle sale e nel Parco, parallelamente alla mostra, si articola, come di consueto, il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d’arte e la realtà che ci circonda.

INFO
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
0121 502761 www.fondazionecosso.com
Christo e Jeanne-Claude. Projects
A cura di Francesco Poli, Paolo Repetto, Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard e in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York
Biglietti:

Parco – 6 euro intero, 5 euro Carta Giovani Città di Pinerolo, gratuito 0-5 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori. Incluso nel biglietto audio racconto stagionale in cuffia per scoprire le ricchezze botaniche del Parco e le sue suggestioni romantiche. Il percorso cambia ad ogni stagione.

Christo e Jeanne-Claude. Projects

                                                                                           Mezz’ora con…

Mezz’ora con…” sono le conversazioni con gli esperti d’arte e i curatori sulle tematiche e sulle opere esposte nella mostra “Christo e Jeanne-Claude. Projects”. Gli incontri sono in programma dal 5 novembre 2022 al 25 marzo 2023, il sabato pomeriggio alle ore 15.

IL CALENDARIO

Sabato 5 novembre, ore 15
Christo e Jeanne-Claude al Castello di Miradolo: le storie di questa mostra
Con Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti
Ogni mostra nasce da riflessioni e da spunti condivisi; è un’idea che prende forma e che si costruisce come un lavoro collettivo. Christo e Jeanne-Claude, alla vigilia di ogni loro nuovo progetto, non si chiedevano quando sarebbe stato realizzato: si chiedevano soltanto come lo avrebbero fatto. L’incontro intende ripercorrere le tappe del come è nata questa mostra.

 

Sabato 26 novembre, ore 15
Christo e Jeanne-Claude. Vita = Arte = Progetti
Con Lorenza Giovanelli

Dopo essere fuggito dalla Bulgaria all’età di ventuno anni, Christo arriva finalmente a Parigi nel1958, dove l’appropriazione e la manipolazione di oggetti di uso quotidiano diviene fin da subito il suo interesse primario fino a diventare quasi un’ossessione. Il suo approccio è assolutamente radicale e nuovo: nascosti dall’involucro che li racchiude, quegli oggetti acquisiscono un carattere nomade, come accompagnati in uno stato transitorio, che diventerà la quintessenza dei progetti temporanei su larga scala che ha realizzato insieme a Jeanne-Claude in una vita interamente dedicata all’arte e alla creazione di bellezza. L’incontro indagherà il rapporto tra le prime opere di Christo e gli interventi pubblici su larga scala che hanno fatto guadagnare a Christo e Jeanne-Claude un posto unico nella storia dell’arte.

Sabato 28 gennaio, ore 15
La musica tra progetto e architettura: l’installazione sonora in mostra
Con Roberto Galimberti
È possibile immaginare una dimensione sonora che possa corrispondere a una dimensione visiva? Esiste un suono che non accompagni soltanto lo sguardo tra le opere d’arte ma che si armonizzi con il loro spirito? Come le opere di Christo e Jeanne-Claude la musica conserva una dimensione progettuale che diventa reale soltanto nel momento dell’esecuzione. La musica crea il suo tempo e lo sospende; costruisce nel suo accadere nuovi spazi.
A seguire, visita guida tematica in mostra:
Christo e Jeanne-Claude: materiali quotidiani e industriali nelle opere d’arte
Con Oscar Chiantore e Roberto Galimberti
Nel corso della loro lunga attività artistica gli impacchettamenti realizzati da Christo e Jeanne-Claude hanno attraversato molteplici fasi, che possono anche essere associate alla scelta dei materiali da loro impiegati. Il passaggio dalle opere piccole, mobili, fino ai monumenti e alle architetture urbane si compie, quasi naturalmente, a partire dai materiali di uso domestico o quotidiano, come carta comune o fogli da pacchetti, fino a materiali concepiti per uso industriale, ma di cui in ogni caso la funzionalità sempre è accompagnata da una forte qualità espressiva. Il percorso della mostra cercherà di illustrare questi materiali non artistici nello sviluppo dei progetti di Christo e Jeanne-Claude e nelle interazioni con gli artisti del Nouveau Realisme.
Sabato 25 febbraio, ore 15
Il Nouveau Réalisme, un movimento internazionale negli anni ’60
Con Francesco Poli
La rivoluzione degli oggetti quotidiani: Da Klein, Arman e César fino a Christo. Il Nouveau Réalisme è formato da un variegato insieme di artisti di vari paesi, tutti con personalità forti e originali, che contribuirono in maniera decisiva ad affermare la sperimentazione creativa, libera e spericolata. I suoi protagonisti, in uno stretto rapporto fra arte e vita, utilizzavano materiali extra-artistici prelevati dal contesto della realtà quotidiana e avevano un’attitudine ironica e critica nei con fronti della società dei consumi.
Sabato 25 marzo, ore 15
Orizzonti di Land Art
Con Paolo Repetto
Con il termine Land Art (arte della terra) si definisce un movimento molto vasto e articolato, americano ed europeo, che a partire dal 1967 si è sviluppato sino ad oggi. Una nuova forma espressiva, quando “l’opera d’arte non è più la rappresentazione pittorica di un paesaggio, bensì il paesaggio stesso”. (Gerry Schum)
LE BIOGRAFIE DEI RELATORI
Francesco Poli è nato a Torino nel 1949. Professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera a Milano, è Chargé de cours all’Université Paris 8 dal 1994. Dal 1997 al 2003 e dal 2005insegna all’Università di Torino. Ha curato numerose mostre in musei, spazi pubblici e privati; per la Fondazione Cosso, i progetti dedicati al Naïf, a Luigi Spazzapan, a Fausto Melotti e all’Informale.
Paolo Repetto è nato nel 1965. È laureato con lode in Lettere moderne con indirizzo di storia dell’arte all’Università di Genova. Ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio Verdi di Torino, diplomandosi in pianoforte. Da sempre, come storico e critico, ha approfondito le relazioni e le corrispondenze tra arte e musica. Per diversi anni ha insegnato Storia dell’Arte e Storia della Musica negli Istituti civici di Torino e Asti. Ha pubblicato numerosi saggi e libri.
Roberto Galimberti è diplomato in violino, consegue il Diploma Accademico di II° livello in Discipline Musicali, Scuola di Musica da camera, e la Laurea in Discipline dell’arte, della musica e dello spettacolo. Si esibisce in diverse formazioni orchestrali e cameristiche in importanti festivals nazionali e internazionali. Si occupa della curatela musicale di numerose esposizioni d’arte collaborando con la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino, la Ricordi, la Fondazione Sgarbi, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Cosso. Realizza la sonorizzazione del Museo della Mafia per il Padiglione Italia della 54^ Biennale di Venezia. Nel 2009 idea Avant-dernière pensée che diventa il progetto artistico residente presso il Castello di Miradolo.
Lorenza Giovanelli è nata a Brescia nel 1990. È una storica dell’arte. Nel 2015 ha conseguito la Laurea Magistrale in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 2016 è stata responsabile dell’ufficio del progetto The Floating Piers di Christo e Jeanne-Claude. Dal 2017 lavora nello studio di Christo a New York come responsabile della collezione e project manager per mostre e pubblicazioni e ha contribuito come autrice e curatrice di diverse monografie sugli artisti. Attualmente lavora per l’Estate degli artisti e fa parte del consiglio di amministrazione della Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Oscar Chiantore, già professore ordinario di Chimica e tecnologia dei polimeri, ha svolto la sua attività didattica e scientifica all’Università degli Studi di Torino dove ha coordinato l’ attivazione e gestione del Corso di Laurea Interfacoltà in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. I suoi interessi di ricerca riguardano i materiali costitutivi delle opere d’arte, lo studio del loro degrado e lo sviluppo di materiali e sistemi per la conservazione. Ha diretto studi riguardanti le materie plastiche nell’arte contemporanea e la caratterizzazione di materiali pittorici sintetici, anche in collaborazione con restauratori e istituzioni che affrontano queste problematiche in Italia e all’estero.
Christo e Jeanne-Claude
Bio

Christo Vladimirov Javacheff è nato il 13 giugno 1935 a Gabrovo, in Bulgaria, da una famiglia di industriali. Jeanne-Claude Marie Denat nasce lo stesso giorno dello stesso anno a Casablanca, da una famiglia militare francese. Incoraggiato dalla madre, ex segretaria all’Accademia Nazionale d’Arte di Sofia, Christo inizia a prendere lezioni di disegno e pittura dall’età di sei anni. Jeanne-Claude dopo aver studiato in Marocco, Francia, Svizzera e Tunisia, ottiene il diploma di maturità e inizia a lavorare come hostess per Air France. Negli stessi anni, Christo studia all’Accademia Nazionale d’Arte di Sofia sotto la dottrina del Realismo Socialista che lo allontana da ogni forma d’arte moderna occidentale. Nel1956 Christo ottiene il permesso di recarsi a Praga per visitare dei parenti. Qui scopre, per la prima volta, le opere di Picasso e Mirò. L’anno successivo, quando scoppia la rivoluzione ungherese, Christo decide di non tornare in Bulgaria, fugge a Vienna in un vagone merci e si iscrive all’Accademia di Belle Arti per poi trasferirsi a ottobre dello stesso anno a Ginevra. Sia a Vienna che a Ginevra si mantiene lavando auto e stoviglie e dipingendo ritratti classici di ricche signore della società che firma con il suo cognome “Javacheff”. Nel marzo del 1958 Christo si trasferisce a Parigi dove vive in una piccola stanza di un edificio all’8 di rue Quentin Bauchart, mentre una stanza riservata al personale di servizio al 14 di rue de Saint-Sénoch gli serve da studio. Pochi mesi dopo, in ottobre, Christo e Jeanne-Claude si incontrano quando a Christo viene commissionato il ritratto della madre di lei, Précilda de Guillebon. Cyril, il loro unico figlio, nasce l’11maggio 1960. Nel 1961 Christo e Jeanne-Claude iniziano a collaborare artisticamente: in occasione della prima mostra personale di Christo alla Galerie Haro Lauhus di Colonia, realizzano Dockside Packages e Stacked Oil Barrels, la prima opera d‘arte ambientale temporanea all’aperto. Durante il loro soggiorno in Germania inizia la costruzione del Muro di Berlino, così una volta tornati a Parigi erigono un muro di barili di petrolio, Wall of Oil Barrels–The Iron Curtain, che blocca Rue Visconti, una delle strade più strette di Parigi. Il 28 novembre del 1962 si sposano nel municipio di Parigi. Nel 1964 arrivano a New York e nel settembre dello stesso anno si trasferiscono definitivamente negli Stati Uniti. Realizzano progetti di ampio respiro intervenendo su edifici, monumenti, paesaggi in Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Stati Uniti, Francia, Regno Unito. Le loro opere sono state interamente finanziate dalla vendita dei disegni preparatori, collage o modellini. Jeanne-Claude muore il 18 novembre 2009. Come si erano promessi in vita, Christo continua a realizzare i progetti che avevano ideato insieme. Christo muore il 31 maggio 2020 nella casa di NewYork City dove ha vissuto per 56 anni. Per desiderio di Christo, il suo team realizza nel settembre2021L’Arc de Triomphe, Wrappede continua a lavorare a The Mastaba, Project for United Arab Emirates, concepito nel 1977 da Christo e Jeanne-Claude come loro unico progetto permanente.

Christo e Jeanne-Claudeal Castello di Miradolo
Le storie di questa mostra
Sabato 5 novembre, ore 15
Mezz’ora con…
Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti
“Mezz’ora con…” sono le conversazioni con gli esperti d’arte e i curatori sulle tematiche e sulle  opere esposte nella mostra “Christo e Jeanne-Claude. Projects” che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero. Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.
Il primo appuntamento delle “Mezz’ora con ” affronta proprio “Le storie di questa mostra” raccontate dai curatori. Ogni mostra nasce da riflessioni e da spunti condivisi: è un’idea che prende forma e che si costruisce come un lavoro collettivo. Christo e Jeanne-Claude, alla vigilia di ogni loro nuovo progetto, non si chiedevano quando sarebbe stato realizzato: si chiedevano soltanto come lo avrebbero fatto. L’incontro intende ripercorrere le tappe della nascita della mostra al Castello di Miradolo.
Christo e Jeanne-Claude. Projects
Bio curatori

La mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects è curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York.

FRANCESCO POLI
Francesco Poli è storico e critico d’arte. Ha insegnato Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera e all’Université Paris 8. Attualmente insegna Arte e comunicazione all’Università di Torino. Ha curato numerose mostre in spazi pubblici e privati e collabora come critico con riviste e giornali. Tra i testi pubblicati: La Metafisica; Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale; La Scultura del Novecento; Il sistema dell’arte contemporanea; Postmodern Art. 1945-Now; Mettere in scena l’arte contemporanea. Insieme a Giorgina Bertolino è autore del Catalogo Generale delle opere di Felice Casorati(ed. Allemandi, 2004). Insieme a Francesca Filippi è il curatore generale della storia dell’arte peri licei, La Bellezza resta (ed. Bruno Mondadori 2022), appena pubblicato.
PAOLO REPETTO
Laureato con lode in Lettere moderne con indirizzo di storia dell’arte all’Università di Genova, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Verdi di Torino. Da sempre, come storico e critico, ha approfondito le relazioni e le corrispondenze tra arte e musica. Ha pubblicato numerosi saggi e libri. Ha collaborato con Rete 2eLa Stampa di Torino. Ha pubblicato numerosi scritti sulla rivista FMR; è critico musicale del mensile Amadeus, e critico d’arte del Corriere del Ticino. Da diversi anni collabora con la Repetto gallery, London, e la De Primi Fine Art di Lugano, approfondendo la vasta realtà del mercato dell’arte contemporanea. È visiting professor all’Università Ebraica di Gerusalemme; ha insegnato Analisi del mercato dello spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Musica comparata-arte e musica, presso la Scuola universitaria del Conservatorio della Svizzera Italiana. È curatore di mostre d’arte e concerti.
ROBERTO GALIMBERTI
Diplomato in violino, consegue il Diploma Accademico di II° livello in Discipline Musicali, Scuola di Musica da camera, e la Laurea in Discipline dell’arte, della musica e dello spettacolo. Si esibisce in diverse formazioni orchestrali e cameristiche in importanti festivals nazionali e internazionali. Si occupa della curatela musicale di numerose esposizioni d’arte collaborando con la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino, la Ricordi, la Fondazione Sgarbi, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Cosso. Realizza la sonorizzazione del Museo della Mafia per il Padiglione Italia della 54^ Biennale di Venezia. Nel 2009 idea Avant-dernière pensée che diventa il progetto artistico residente presso il Castello di Miradolo.

 

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