VIVIAN MAIER, papa’ austriaco e mamma francese, nasce a New York nel quartiere del Bronx il 1 febbraio del 1926.
Il papà abbandona presto la famiglia e Vivian trascorre gran parte della sua giovinezza in Francia con la madre Marie e l’amica Jeanne Bertrand, fotografa e scultrice affermata. Torna dagli Stati Uniti nel 1951 ed intraprende la carriera di bambinaia, mestiere che farà per tutta la vita.
Vivian ha una grande passione: la fotografia! nel 1951 acquista una Rolleiflex, una macchina fotografica eccezionale. Aveva bisogno di immortalare cose, persone, luoghi, una passione bruciante che, in cinque decadi, le fa scattare oltre 100.000 foto, molte delle quali tra Chicago e New York. Sviluppava le sue foto in un piccolo bagno della loro casa, che era divenuto per lei luogo prezioso. Quegli anni furono prolifici; andava nei parchi con i suoi bambini e scattava, passeggiava per le strade e scattava, andava a fare la spesa, a svolgere delle commissioni, a pensare, a leggere… e scattava.
Una volta, sull’autobus, guardando fuori dal finestrino d’un tratto vide una donna di una bellezza sofisticata, portava una collana di perle, aveva delle sopracciglia perfette per un volto perfetto, indossava un soprabito elegante, guardava in un punto, ma sembrava fosse persa. Rubo’ il suo sguardo.
Nel 1959 Filippine, Thailandia, Yemen, India, Egitto. Culture ignote, popoli lontani, mari e foreste e templi e storie. Tanta bellezza. Quando torna a Chicago continua a fare la governante e continua a fotografare.
Ovunque lavorasse, portava con se il suo materiale, le foto, e i negativi. Usava la fotografia, per immortalare l’incanto di tutto quanto la circondava. Non aveva interesse per le grandi imprese o i grandi uomini, voleva ricordare per sempre la normalità. Faceva esattamente quello che facciamo noi oggi, andava per strada e puntava il suo obbiettivo alla vita.
Vivian, uno spirito libero e curioso, una donna indipendente che decide di rimanere sola e senza particolari amicizie per tutta l’esistenza; dedita ai Gensburgs, ricca famiglia di Chicago di cui alleva i tre figli, trovandosi poi in povertà quando i ragazzi crescono.
Non potendo più pagare l’affitto di casa, è costretta a cedere i propri bagagli di ricordi: scatole contenenti tantissime cianfrusaglie collezionate negli anni, da cappelli a vestiti, da scontrini ad assegni, fino alle fotografie. Che John Maloof, giovane americano immobiliarista, compra nel 2007 ad un’asta, per soli 380 dollari, trovando centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare.
Così, mentre nel 2008 Vivian batte la testa scivolando su una lastra di ghiaccio nella downtown Chicago, si aggrava rapidamente e muore nell’aprile del 2009, il mondo viene a conoscenza del suo immenso lavoro e della sua arte, di quel “teatro di vita”, recitato davanti ai suoi occhi, che ha saputo catturare in momenti diventati epici.
Racconta in oltre cento opere, selezionate dalla curatrice Anne Morin, la vita quotidiana americana vista con gli occhi di una sublime fotografa che per tutta la vita non si è mai considerata tale.
Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi è presente lo stesso modello di macchina fotografica utilizzata dalla Maier e la riproduzione di una camera oscura.
Uno staff specializzato ed un team di esperti coordineranno i laboratori didattici mirati alla comprensione più profonda del mondo di Vivian e di quello fotografico in senso più ampio.
I biglietti sono acquistabili in prevendita presso il circuito TicketOne (on-line su www.ticketone.it ed in tutti i punti vendita affiliati).
Il costo di prevendita è di base di 1.50 euro, ma cambia a seconda della modalità di acquisto scelta (ritiro presso il luogo dell’evento o spedizione a casa con corriere).
Durante i giorni e gli orari di apertura della mostra sarà possibile acquistare i biglietti anche direttamene al botteghino, senza costo di prevendita, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, in Piazza Principe Amedeo 7 a Nichelino (TO).