Categoria: Mostre

  • Museo bello! di grande interesse improntato all’arte orientale .

    Non me lo sarei aspettata! Una mattina passata al MAO con effetto sorpresa.

    Collocato in uno stabile d’epoca, dislocato su piani, pezzi unici nel loro genere e provenienti da tutto l’Oriente, un riferimento di livello per appassionati di arte orientale.

    E’ necessario ritagliarsi due ore per la visita, perché è un museo da seguire e da metabolizzare.

    Permette di spaziare tra culture lontane e scoprire similitudine con la nostra e grandi differenze.

    Il percorso di visita è tranquillo, curato nei minimi dettagli, poco affollato, situazione favorevole per immergersi nella storia di culture lontane, eccellente e indimenticabile.
    Ho visitato il MAO durante l’esposizione di marionette e burattini della mostra “Le figure dei sogni”, prima mostra in Italia dedicata interamente la teatro di figura orientale.

    Allestimento affascinante, ricco di suggestioni e colori: ho fatto un percorso scolastico, imparando una che l’arte teatrale delle figure umane accomuna tutti i popoli del mondo, e le somiglianze tra loro maggiori delle differenze.

    In mostra 400 figure dalla collezione personale di Augusto Grilli, appassionato collezionista e fondatore della compagnia che porta il suo nome, per scoprire il mondo affascinante e complesso delle ombre, dei burattini e delle marionette cinesi, indiane, nepalesi, vietnamite, giavanesi, birmane, turche e greche.

    La mostra è un viaggio itinerante attraverso le diverse aree culturali, per condurre il visitatore alla scoperta degli straordinari aspetti del teatro di figura.

    Il wayang kulit, il teatro delle ombre giavanesi, dal 2003 è stato proclamato dall’Unesco parte del Patrimonio orale e immateriale dell’umanità.

    Questo massimo riconoscimento, conferito a un’arte ingiustamente ritenuta ancora oggi secondaria e popolare, sottolinea l’importanza che da secoli ha il teatro di figura in Oriente.

    L’allestimento della mostra mette in contatto diretto il pubblico con gli oggetti esposti ed è concepito in modo da rendere vive le figure, proponendo la ricostruzione di alcuni teatrini orientali.

    La mostra LE FIGURE DEI SOGNI è realizzata dal MAO Museo d’Arte Orientale in collaborazione con l’Associazione Culturale A.G.S.T. – Augusto Grilli Spettacoli Torino.

    Con il supporto di Turkish Airlines

    Le figure dei Sogni – Museo Arti Orientali di Torino

     

  • “Meraviglie degli Zar” ripercorre lo splendore di uno dei complessi di palazzi e fontane più sontuosi d’Europa: grandi proiezioni, immagini e un centinaio di opere tra dipinti, abiti, porcellane, arazzi ed oggetti preziosi provenienti dalle sale auliche di Peterhof, rievocano una delle più importanti e prestigiose residenze dei Romanov, oggi meta principale del turismo culturale in Russia.

    Il percorso di visita si apre con una presentazione di Peterhof e dei personaggi che lo abitarono, a cominciare dal grande arazzo di Pietro il Grande.

    Una selezione poi di opere ed oggetti, acquistati dai Romanov durante i loro viaggi in Europa negli spettacolari Gran Tour e di quelli invece commissionati dagli Zar agli artisti e artigiani russi, ricostruiscono in mostra lo sfarzo della corte russa ed i rapporti intercorsi nell’arco dei secoli tra i Romanov ed i Savoia.

    Situato in un grande parco sulle rive del Golfo di Finlandia,  vicino a San Pietroburgo, il primo Palazzo di Peterhof fu costruito da Pietro il Grande, per aggiungersi poi nel corso degli anni, altri splendidi edifici e giardini voluti dai successivi sovrani russi, da Caterina la Grande fino a Nicola II

    Peterhof è testimonianza del gusto dei sovrani che l’hanno abitata e riassume oggi i tratti più caratteristici della cultura russa: 430 ettari di parco, più di 150 fontane, 96 metri di canali, 135 costruzioni idriche, 33 musei ospitati ed oltre 4 milioni di visitatori l’anno.

    Peterhof, una delle più sfarzose residenze imperiali d’Europa e delle più note dimore estive dei Romanov, che è stata raccontata nella Sala delle Arti della di Reggia di Venaria, grandioso complesso monumentale sabaudo alle porte di Torino, proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e considerato uno dei simboli della magnificenza dell’architettura barocca europea molto ammirato  da tutti i curatori della mostra giunti dalla Russia.

    L’ultimo incontro ufficiale tra i Romanov e i Savoia avvenne in Piemonte, nel Castello Reale di Racconigi nel luglio del 1909.

    La visita di Nicola II a Racconigi fu anche l’occasione per firmare quello che venne ricordato in seguito come “l’Accordo segretissimo”: un trattato segreto di reciproca intesa tra Russia ed Italia sui Balcani, con lo scopo di contrastare la crescente influenza austriaca.

    La Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 chiuderanno definitivamente un’intera epoca storica.

    A cura di Elena Kalnitskaya
    In collaborazione con The Peterhof State Museum-Reserve, San Pietroburgo.

    Per info – Meraviglie degli Zar – Venaria Reale

  • REGGIA DI VENARIA e  i capolavori dell’arte fiamminga –

    Nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria è in esposizione fino al 19 febbraio 2017 la mostra che omaggia la più importante famiglia di artisti fiamminghi tra il XVI e il XVII secolo.

    Un cammino espositivo alla volta del genio artistico di cinque generazioni Brueghel, maestri del dettaglio (nella pittura di flora, fauna e oggetti), che hanno saputo incarnare l’epoca d’oro della pittura fiamminga, dal capostipite Pieter Brughel il Vecchio, continuata poi dai figli Pieter Brueghel il Giovane e Jan Brueghel il Vecchio, detto anche dei Velluti per la sua straordinaria perfezione pittorica.

    Brughel a La Venaria Reale

    L’esposizione prevede alcune opere di Pieter Brueghel il Vecchio risalenti al periodo del suo massimo splendore, il Cinquecento. I temi trattati dalle opere sono molteplici: Le sette opere di misericordia (1616-18 circa) di Pieter Brueghel il Giovane concentrata sulla vita per come effettivamente si svolge, sulle opere di carità, ma anche sulle debolezze e sulle miserie quotidiane. La Natura, forte e vigorosa, che sovrasta l’uomo spesso succube e sottomesso di fronte alla sua potenza, viene rappresentata in tutta la sua bellezza, con minuzia e nel dettaglio in Paesaggio con la parabola del seminatore di Pieter Brueghel il Vecchio e Jacob Grimer del 1557.

    La figura dei Brueghel buffi e contadini, lascia nel tempo spazio ad una critica fin troppo intellettualistica, densa di implicazioni esoteriche, politiche e moralistiche. L’attenzione alla cultura, la raffinatezza, la sottile vena ironica delle opere,  la ricerca del vero e del reale a tutti i costi, il senso per il movimento, la composizione, il colore sobrio e vivo non lascia le regole pittoriche precludendo la bellezza classica.

    Grazie a questo, i Brueghel appaiono come vitali e moderni, giustificando il grande interesse che tutt’oggi il pubblico nutre per le loro opere.

    La mostra raccontata dai visitatori

    La mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria e curata da Sergio Gaddi e Andrea Wandschneider, Direttore del Paderborn Städtische Galerie in der Reithalle.

    Con il Patrocinio della Città di Torino.

     

  • MARYLIN MONROE, una donna per le donne –  Il 1° giugno  avrebbe compiuto 90 anni.

    A celebrare questo importante anniversario della sua nascita, si è svolta inaugura a Torino, presso Palazzo Madama dal 31 maggio al 19 settembre 2016, una mostra.

    Marilyn Monroe. La donna oltre il mito.

    Ripercorreva  l’intimo dell’icona senza tempo di bellezza e sensualità, icona  della storia del cinema e del costume.

    L’sposizione ha proposto con occhio  diverso  la carriera dell’attrice,  e il suo lato più intimo attraverso l’esposizione di 150 oggetti personali – abiti, accessori, trucchi, bigodini, documenti, lettere, appunti su quaderni, contratti cinematografici, oggetti di scena e spezzoni di film –

    In mostra fotografie della diva: da quelle inedite e originali della stampa del tempo a quelle scattate dai suoi leggendari fotografi: Milton Greene, Alfred Eisenstaedt, George Barris e Bernt Stern.

    Molto del materiale esposto proviene dalla casa di Marilyn in 5th Helena Drive a Brentwood, California, lasciato al suo maestro di recitazione e mentore Lee Strasberg.

    Marylin ha reso possibile anche un progetto molto importante per Palazzo Madama: una raccolta fondi con l’obbiettivo di rendere il “Museo a misura di Famiglia”.

    Il  maestro Sileno Cheloni, affascinato dai contenuti della mostra e ispirato dagli oggetti personali appartenuti all’attrice ha  prodotto un profumo su misura che ne cattura i tratti più intimi e nascosti.

    La Partnership con Aquaflor e il sostegno di San Carlo dal 1973 hanno reso possibile anche la realizzazione di un altro importante progetto ispirato a Marilyn, il lancio di una raccolta fondi – “IL MUSEO A MUSURA DI FAMIGLIE”.

    Un’essenza che parla dei fiori, dei colori e dei profumi che Marilyn amava e sceglieva come simboli della sua anima.

    Una piramide olfattiva che mescola un accordo floreale con note di rosa, gelsomino e frangipane, insieme ad Iris fiorentino, vaniglia del Madagascar con un fondo di Boisé con note di sandalo di Mysore e muschio bianco.

    L’obiettivo: raccogliere dall’inizio al termine della mostra 20.000 euro da destinare all’acquisto di beni e servizi di accoglienza, didattica e comunicazione fondamentali per un Family Museum.

     

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